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Curiosità...

a cura di Marino Campanaro

Qui troverai notizie e curiosità sul mondo del tip tap! Quanto sappiamo della storia della tap dance e dei suoi protagonisti? Verrai trasportato nei tempi passati e fino ai giorni nostri, attraverso notizie curiose e piccoli aneddoti.

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GREGORY & MAURICE HINES

Il 28 gennaio 2019 il servizio postale americano onorò Gregory Hines nella prima emissione del francobollo dedicato al 42esimo personaggio della serie Black Heritage. Presenziavano alla cerimonia la figlia Daria e l'amato fratello Maurice.  

Aveva ragione la loro madre quando disse: “Questi bambini hanno qualcosa di speciale, quando ballano si guardano come fossero felici di stare insieme e il pubblico lo capirà.”

E così fu ... Il giorno di Natale, all'età di due anni, Gregory col fratello Maurice di cinque, debuttarono come gli Hines kids al teatro Apollo di New York... un trionfo!

Qualche anno dopo erano gli Hines Brothers e infine gli Hine, Hines and Dad, quando il padre batterista si unì a loro. Per un paio d'anni danzarono tra New York, Las Vegas e l'Europa; poi Maurice decise di continuare a Broadway come protagonista e come regista in Musicals di grande successo. Volle accanto a sé nel Musical EUBIE! il fratello Gregory, trasferitosi nel frattempo in California dedicandosi al cinema. Anche Gregory volle Maurice in alcuni film importanti. Uno per tutti Cotton Club.

Gregory fu anche cantante e attore, considerato il successore di Sammy Davis Jr. perché improvvisava come un batterista i suoi passi, i suoni e i ritmi di tap, inventando negli assolo dei fraseggi di un certo numero di taps, in base al suono prodotto.

Come scrisse una giornalista storica del genere “gettava giù una cascata di colpetti come sassolini lanciati sul pavimento.”

Gregory Hines è considerato uno dei più grandi ballerini di tip tap dell'epoca moderna. Per tutta la vita si dedicò a far conoscere il tap nel mondo, fu lui che nel maggio 1989 promosse una petizione per creare la giornata nazionale del TAP.

Anni dopo, nel 1990 al funerale del suo idolo Sammy Davis jr. (al quale aveva fatto visita qualche giorno prima, ma Davis, non potendo parlare a causa di un cancro alla gola, lo salutò con un gesto come se gli passasse un pallone da basket) disse:"...e io l'ho afferrato... ", lo stesso pallone che qualche anno dopo lui lancerà al suo successore Savion Glover … e così via ... perché il Tap è eterno...

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 5 giugno 2024           Marino Campanaro

Be a clown e Make'm laugh! (Cercatele...) 

Sono due canzoni con la stessa musica ma con parole diverse.

La prima ripetuta due volte nel film The Pirate del 1948 con Gene Kelly e i Nicholas Brothers. Dapprima in uno straordinario numero acrobatico e poi ripetuta quando, all'ultimo momento, Cole Porter, autore delle musiche, decise di riprenderla con Judy Garland e Gene Kelly. Vestiti e truccati da clown, in un’altra coreografia estremamente riuscita, cantano e ballano improvvisando numerose gags comiche lungo il reiterarsi del tormentone be a clown...be a clown...all the world loves a clown...

Quattro anni dopo, nel 1952, anche Arthur Freed, produttore e autore delle canzoni di Cantando sotto la pioggia, si rese conto della necessità di aggiungere un numero comico a Donald o' Connor, terzo protagonista insieme a Gene Kelly e Debbie Reynolds. Ed ecco quindi Make'm laugh (Falli ridere), sulla musica di Be a clown...

Nel film O'Connor si trova su un set cinematografico, urta un'asse trasportata da due operai, si sdraia sopra, finge di nuotare, cade su un divano dove corteggia un manichino senza testa, viene a sua volta corteggiato dal manichino col quale salta dietro al divano, steso sul pavimento ruota facendo perno sul braccio, corre verso un corridoio in trompe l'oeil, lo percorre in verticale, poi tenta di fare lo stesso contro un altro fondale che però è fatto di carta, ragion per cui vi passerà attraverso.. il tutto condito da numerosi salti e capriole all'indietro. Fantastico!!

O'Connor, fumatore accanito, all'epoca aveva 27 anni e pare che dopo la lavorazione sia rimasto a letto per diversi giorni!

Dunque, musica e parole di Make ‘em laugh sono le stesse o simili a Be a clown. Perché? Qual è il mistero di tutto ciò? Sebbene Cole Porter, il vero autore, avesse tutte le ragioni per intentare una causa per plagio, non lo fece mai...

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27 aprile 2024           Marino Campanaro

DICK VAN DYKE

1964. Era una calda giornata di settembre quel primo giorno di lavorazione del film Mary Poppins. “Quando arrivai, Dick stava già lavorando con i coreografi” ricorda Julie Andrews, già famosa a Broadway, ma al suo primo film. Sei settimane prima aveva dato alla luce la sua adorata Emma. “Fui davvero fortunata ad averlo al mio fianco, era sinceramente dolce e disponibile. Che meraviglia vederlo diventare Bert, lo spazzacamino che imita i pinguini camerieri animati che ballano il tap... e magicamente danza e balla sui tetti delle case di Londra“.
La sequenza di Tutti insiem (Step in time) inizialmente doveva durare solo due minuti, ma fu lo stesso Disney a chiedere di allungarla: la trascinante versione finale con gli spazzacamini che sfidano la gravità, ne dura ben 14! Un film molto felice per l'intera compagnia (anche se lui sul set beveva un po' troppo e lei fumava un po' troppo!).

Prima di girare il film Dick non era un ballerino. Lui stesso dichiara: “Quando il regista mi disse: 'Hai avuto la parte' io dichiarai di non saper ballare e lui rispose 'D'accordo allora...' e fu lì che imparai a ballare. Ero negato nella danza e ancor di più nel canto, benché mi piacessero. Una bella sfida, ma così divertente che da allora non ho più smesso!”  E se la cavò egregiamente (le sue canzoni e le performance sono magnifiche anche a 50 anni di distanza), al punto che ballare e cantare divennero parte della sua vita.  Infatti fino a pochi anni fa è stato un attore brillante cantante, showman, ballerino spiritoso, produttore e  interprete tv.

Oggi, ancora in gamba, va in palestra ogni mattina e scrive libri di memorie e su come mantenersi in forma. Tra poco compirà 99 anni!
4 febbraio 2024   Marino Campanaro 

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Chi è TONY WAAG ?

E' un grandissimo ballerino, regista, produttore, coreografo e insegnante americano, ideatore dell'American Tap Dance Foundation, del Tap City Festival annuale di tip tap a New York e creatore di altre importanti iniziative come la Hoofer Award. Più di recente, nel 2010, fondatore dell'American Tap Dance Center of New York. Sentite cosa dice in un'intervista a proposito del Tap: "Bè, è una forma d'arte così affascinante che è lì per chiunque voglia. Puoi avere 5 o 105 anni e ballare il tap. Puoi essere nero, bianco, giallo, grigio o rosa! Potresti venire dall'Estonia! Puoi avere una gamba sola, puoi pesare 150 chili, puoi essere un artista e un coreografo molto preparato o puoi farlo solo per tenerti in allenamento. Puoi creare un tuo stile, puoi improvvisare, puoi mischiarlo con altre forme di danza, musica ed elettronica. Potrei andare avanti all'infinito! Amo la varietà e il divertimento che ne derivano, la sua storia è fantastica, è quanto si può paragonare all'esperienza umana! Affronta il Razzismo, il Sessismo, l'Ageismo. Non me ne stanco mai!"


2 novembre 2023   Marino Campanaro

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ELEANOR POWELL

La sola volta che danzarono insieme, Astaire re del tap alla RKO ed Eleanor Powell regina alla MGM, fu in Broadway melody of 1940 (Balla con me), ultimo musical in bianco e nero della MGM e ultimo di una serie dallo stesso titolo iniziata dieci anni prima.

Trama esile ma dai numeri musicali superbi, tra cui l'indimenticabile finale Beguin the beguine di Cole Porter, dove la coppia raggiunse la massima perfezione ballando “a cappella”, in assenza di musica, sfidandosi a vicenda. Erano impeccabili nel loro scintillante numero in abiti bianchi, su un lucido pavimento a specchio nero, contornato di stelle alle pareti e guidati da un arrangiamento swing e da un vibrafono.

La Powell rimarrà nella storia del tap per la sua enorme bravura, era una bellezza diversa da quelle androgine di quegli anni e passava indifferentemente dallo stile classico, all'acrobatico e al tap, con smaglianti sorrisi e fluidità di movimenti, da sola o con i partner della sua generazione.

Raggiunse l'apice con Astaire. Nei suoi film spesso le coreografie finali erano mastodontiche, come in Rosalie del 1938, dove ci vollero 60 acri di terreno (circa 25 ettari) e 27 macchine da presa per filmare 2000 persone che ballavano o soltanto partecipavano al numero.

Quando Busby Berkeley la diresse nel finale di Lady be good disse: “Eleonor è di gran lunga la miglior ballerina che abbiamo mai avuto e un'instancabile perfezionista”.  Anche in quel caso la coreografia era complicata: otto giganteschi pianoforti a coda e cento ballerini in cravatta bianca e frac. Lei, attraverso un elaborato unico piano sequenza, danzava fino a raggiungere l'orchestra sul fondo e, passando per un tunnel formato dai boys che la lanciavano in avanti come un pendolo, raggiungeva un primissimo piano con un abbagliante sorriso.

Ballava il tap in tutti i modi: con un cagnolino, con un cavallo, mandava messaggi morse con le claquettes, ruotava all'interno di un flipper gigantesco, saltava con un lazo o al ritmo di flamenco.

E recitava anche bene...era doppiata solo nel canto!

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8 ottobre 2023             Marino Campanaro

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PEG LEG BATES

 

Avete mai sentito parlare del  leggendario tapper di colore, che ballò due volte di fronte alla regina Elisabetta II? E' lui, Peg Leg Bates, che ebbe una carriera che durò dagli anni '20 fino al 1989, lavorando in vaudevilles, night clubs, musicals, films e televisione.

Si cimentò intorno a una quantità di stili e svolazzi pirotecnici, reinventò tutto perché la sua gamba sinistra…era di legno. La punta della stampella era metà di legno e metà di gomma e creava così un insolito suono profondo, contrapposto a quello metallico dell'altro piede.

“Mi piacciono il ritmo, le novità e le cose  che sembrano impossibili" diceva. Sì perché quel bimbetto, che già a cinque anni ballava per le strade del suo paese e aiutava la madre nei campi alla sgranatura del cotone, a 12 anni perse la gamba che s'impigliò nella sgranatrice.

Dopo l'amputazione però “Per qualche sconosciuto motivo volevo ancora ballare. Con le stampelle iniziai a creare motivi fantasiosi, così  lo zio mi intagliò una gamba di legno e ricominciai a ballare”. A 15 anni partecipò a numerosi spettacoli amatoriali, vincendo primi premi grazie ai quali si inserì nel circuito dei teatri riservati ai neri in tutti gli Stati Uniti. Notato e scritturato per “Blackbirds of 1928”, fu poi a Parigi nel '29, dove cominciò la sua strepitosa carriera. Tornato a New York, nel 1938 danzò al famoso Cotton Club e fu l'unico interprete nero in uno show di bianchi.  Durante la guerra si esibì negli ospedali della marina e dell'esercito e fece la sua prima apparizione in TV nel 1949. Ballò e cantò per le più famose band dell'epoca e, più di ogni altro ballerino, partecipò 21 volte all'“Ed Sullivan Show”. Fece molta beneficenza, si batté per i diritti dei neri e  Fountain Inn, nel Sud Carolina suo paese natale, gli dedicò una statua poco distante dal luogo dell' incidente avuto da bambino.

Morì a 91 anni nel 1998, due giorni dopo aver ricevuto l'ennesima onorificenza!

12 settembre 2023    Marino Campanaro

SAVION GLOVER – HAPPY FEET

Facciamo un salto al Polo Nord, dove si sta più freschi, col pinguino Mambo incapace di cantare, ma che balla divinamente il Tap in Happy Feet. Il padre e la madre lo incitano a cantare, ma lui è determinato: vuol ballare il Tap. "Non chiedermi di cambiare papà, non posso!" Così Mambo viene esiliato dalla sua comunità.

In seguito è riammesso ma c'è carestia di pesce, lui promette di trovare la soluzione e dopo svariate avventure  mantiene la parola data e torna alla sua comunità con un apparecchio trasmittente sulla schiena. L'apparecchio improvvisamente si accende e alcuni umani lo rintracciano. Tutta la colonia di pinguini si mette a ballare il tap freneticamente e finisce in televisione. A quel punto i politici vietano immediatamente la pesca Antartica. E' il trionfo di Mambo!

Il film del 2006 vinse un Oscar come miglior film d'animazione, un Golden Globe come miglior canzone originale ed ebbe un sequel nel 2011.

Quale, dunque, la curiosità? Ad arricchire la parte melodica ed a coreografare il tap dei pinguni c'è uno dei più importanti tappers contemporanei: SAVION GLOVER, diretto discendente di un altro grande degli anni '70 GREGORY HINES. "Io mi esprimo al meglio attraverso i miei piedi, proprio come Mambo" dice Savion "e Kelly Abbey, grande danzatrice, mi ha aiutato ad essere un pinguino, creando quella che si definirebbe una scuola per pinguini, insegnando a tutti i suoi ballerini ad essere pinguini."

Tutti poi vennero ripresi con la tecnica “motion Picture” cioè la trasposizione dei loro movimenti da naturali all'animazione. Infatti, con  una tuta in grado di registrare, i loro movimenti vennero implementati in un personaggio digitale. Sul palco ci sono i ballerini con le tute nere, ma al computer si vedono dei pinguini in Antartide, con stupefacenti ed elaborate scene di massa veramente uniche. Cercatele su Youtube! "Questo è un film sul tap, me ne sono reso conto!" Parola di Savion Glover.

 

24 luglio 2023     Marino Campanaro

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LE SCARPETTE DI JENI LE GON - Al museo d' Arte e Cultura Americana di Los Angeles, nel reparto danza e ballerini afroamericani, troverete queste scarpe con sotto la descrizione: "Scarpe da tip tap in pelle rossa stile Mary Jane indossate dalla ballerina Jeni Le Gon nel film della  20th Century Fox del 1937 ALI BABA GOES TO TOWN (con protagonista il comico Eddie Cantor). I fori nelle piastre dei piedi sono per consentire alla ballerina di stare in piedi su un chiodo incastonato sul pavimento e mantenere l'equilibrio durante una danza comica, nella quale doveva sporgersi il più possibile in avanti".

Per questo film la Le Gon ebbe una nomination all'Oscar per la migliore coreografia, dimostrando che non solo i ballerini uomini, ma anche le donne possono essere hoofer (grandi ballerini).

Dopo numerose apparizioni in “Black movies” (film con solo attori di colore), Jeni fu la prima ballerina afro-americana a firmare un contratto a lungo termine con una grande compagnia  di Hollywood, prima alla RKO e poi alla MGM.

Ballò con i grandi del tap come Astaire e Robinson e fu una delle prime donne afro-americane a stabilire una carriera da solista nel tip tap. Non usava tacchi alti e gonnellino, ma tacchi bassi e pantaloni, facendo acrobazie ritmicamente sulle punte delle claquettes. Scaduti i suoi contratti cinematografici, interpretò numerosi musicals a Broadway continuando come ballerina ma anche come insegnante per tutta la sua lunga vita, gestendo la Le Gon Dance Studio di Los Angeles.

Ebbe numerosi riconoscimenti e nel 2002 la Oklahoma City University le conferì un dottorato honoris causa.

Nel romanzo del 2016 "Swing Time" di Zadie Smith, due ragazze una bianca e una nera diventano amiche frequentando la stessa scuola di tip tap e scoprono la ballerina Le Gon guardando vecchi film musicali in cassetta. Una delle due siede appollaiata accanto alla TV, studiando le sue mosse, la bocca aperta per la sorpresa. Il film che sta guardando è proprio Ali Baba goes to town e la Le Gon diventerà la sua ossessione. 

Se cercate su youtube "Jeni Le Gon in Ali Baba goes to town 1937", la vedrete in una delle sue rare apparizioni col gonnellino!       

31 maggio 2023   Marino Campanaro

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Chi era la regina del Tap negli anni '50, con più di 500 tap al minuto?

Ann Miller, già campionessa e bambina prodigio della danza a 13 anni. Scoperta mentre si esibiva al famoso Black Cat Club di S. Francisco, non ancora diciottenne mentì per ottenere un contratto alla RKO. Passò poi alla Columbia e infine alla MGM dove ebbe i suoi maggiori successi. In seguito, continuò in televisione e soprattutto a Broadway. Era molto bella e formosa, a differenza delle sue colleghe ballerine e le sue esibizioni tutte impeccabili, in particolare l'assolo nel film Small town girl del 1953 (Amore provinciale). Un film che vale la pena di essere ricordato per due numeri eccezionali: quello di Bobby Van che saltella in giro per la città e quello della Miller in I've got to hear that beat che sembra ideato da Salvador Dalì.

L'idea fu del grande Busby Berkeley. Lui stesso dichiarò: “Stavamo provando con Bobby Van, quando il produttore mi chiese che cosa avevo intenzione di fare per il numero della Miller, ma non ci avevo ancora pensato. Il giorno seguente, dopo aver filmato il numero di Bobby, mi venne l'idea di far costruire una piattaforma alta circa un metro e mezzo, sotto la quale poter mettere 86 comparse con braccia e strumenti musicali che fuoriuscivano da altrettanti fori appositamente fatti sulla piattaforma stessa, mentre Ann Miller l'attraversava ballando sulle loro teste. C'era molta fretta, non si poteva sforare coi tempi, così girai il tutto con un unico piano sequenza.

La Miller scrisse nelle sue memorie: “Quando iniziarono a filmare, il caldo californiano era insopportabile. C'erano solo enormi  ventilatori, che però durante le prove e le riprese venivano spenti. Ballavo attraversando violini, trombe, clarini e viole che spuntavano dal pavimento. Per il caldo alcuni uomini svennero e furono portati via in barella. I miei tacchi a spillo erano una minaccia per le mani delle povere comparse e per la prima volta mi sanguinavano i piedi, ma le parole di Berkely furono: non m'importa dei tuoi piedi, voglio solo finire entro oggi questa ripresa! Alla fine l'effetto fu strabiliante!”

Cercate sul web I've got to hear that beat, è un piccolo capolavoro!

7 maggio 2023                                                                      Marino Campanaro

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SI PUO' BALLARE CON UN CARTONE ANIMATO?

SI'. Lo ha fatto GENE KELLY in ANCHORS AWEIGH del 1945 (Due marinai e una ragazza).

In realtà Gene avrebbe dovuto ballare con un altro topo, ma quando quelli della MGM chiesero  a Walt  Disney il permesso di utilizzare Mickey Mouse, Disney rispose: "Diavolo no! voi della Metro avete già un altro topo, quello della coppia Tom & Jerry! Usatelo!" Kelly rispose: "Va bene lo faremo!"

Vedendo poi qualche incertezza da parte della Metro, Kelly insistette presentandosi nell'ufficio di HANNA & BARBERA. I creatori di Tom & Jerry accettarono con entusiasmo e Jerry Mouse divenne partner di Gene Kelly!

Eravamo nel 1945, poco dopo il secondo conflitto mondiale e ancora lontani dall'era digitale.

Ci furono animatori  davvero talentuosi: quattro minuti di pellicola per due mesi di lavoro! Dopo aver filmato la danza di Kelly,  migliaia di ore furono impiegate nella tecnica del rotocoping, che permetteva di modificare fotogramma per fotogramma e sincronizzare scrupolosamente  il ballo del topo Jerry con quello di Kelly, in modo che le loro ombre si proiettassero sulla lucida pista da ballo.

Oggi, per gli amanti dei Griffin, il personaggio di Stewie sostituisce il topo ma non è la stessa cosa. E' una curiosità.

Il digitale ha i suoi vantaggi, ma solo il disegno a mano dà un risultato così bello, davvero incredibile e la sequenza di The worry Song  ancor oggi, dopo tanti anni, stupisce adulti e bambini.  Ha ragione JERRY quando dice: 

                               I'M DANCING!!!!

20 aprile 2023                                                    Marino Campanaro

Royal wedding

E' possibile ballare il tap sulle pareti e sul soffitto di una stanza?

Sì, a circa 1 ora e 5 minuti dall'inizio del film Royal Weddding (titolo italiano Sua altezza si sposa) del 1951. 

Basta essere innamorati di una bella donna (che nella realtà è Sarah Churchill figlia di Winston Churchill). Basta una bella canzone dal titolo You're the world to me e, naturalmente, bisogna chiamarsi Fred Astaire: voilà, si balla anche sul soffitto! In che modo? Lo spiega lui stesso: "Era stata una mia idea. Costruirono una gabbia metallica circondata da una struttura sferica intorno al set della la camera di un hotel, che ruotava, con tutti gli oggetti fissati, intorno alla macchina da presa ancorata a terra. Insomma, sembrava danzassi da una parete all'altra fino a pendere dal soffitto. In realtà erano la macchina da presa e le suppellettili ad essere capovolti!"

La storia di Royal Wedding era ambientata a Londra, con i due protagonisti che decidono di sposarsi lo stesso giorno del matrimonio dell'allora principessa Elisabetta. L'anno precedente la realizzazione del film, infatti, la futura regina aveva sposato lord Mountbatten, futuro duca di Edimburgo e il filmato del corteo se lo era assicurato a suon di dollari la MGM, che lo inserì poi nel finale del film.

Questa sbalorditiva scena d'illusione gravitazionale entusiasmò il pubblico, anche se in realtà qualcosa del genere era già stato fatto nel film muto When the clouds roll by del 1916 con Douglas Fairbanks. 

Verrà poi imitata in alcuni programmi TV e nel 1986  ci fu la divertente versione di Lionel Richie.

 

A proposito le gambe di Astaire erano assicurate per un milione di dollari!

Marino Campanaro

16 marzo 2023

HERMES PAN

 
Nel film SWINGTIME del 1936 (follie d'inverno) c'è un numero talmente geniale da essere conservato nel Museo d'Arte Moderna di New York, s'intitola "Bojangle of Harlem".          

La coreografia ebbe una nomination come miglior coreografia per questo assolo di due minuti, che impiegò ben tre giorni di lavorazione.  

"L'idea mi venne aspettando Fred sul set" ricorderà Hermes Pan suo coreografo di fiducia.

C'era un grande palcoscenico con tre riflettori accesi piazzati in alto che riflettevano luce sul pavimento, mentre intorno era buio. Muovendomi, osservai che la mia ombra si muoveva moltiplicata per tre. Così nacque la coreografia delle tre ombre.

Era dedicata al più grande ballerino di tip tap di sempre: BILL ROBINSON.

Fred Astaire, truccato di nero con bombetta, giacca scura a scacchi bianchi e pantaloni chiari, ricordava il suo maestro John W.Bubbles estendendo così il suo omaggio anche a tutti i grandi ballerini di colore dell'epoca.

Per tutti i nove film alla RKO della coppia, Hermes Pan preparava con Astaire le coreografie, sostituendo lui stesso la Rogers nelle prove fino a una settimana prima delle riprese, doppiando poi i taps di lei perché non erano sempre perfetti.

Pan fu molto prolifico. Oltre alle coreografie alla RKO, lavorò alla Fox, alla Paramount, a Broadway e in tv. E dire che prima di tutto ciò trascorse un periodo in un monastero trappista, ma poi si convinse che forse era più adatto alla coreografia!  

 

P.S. Sempre nel film Swing Time c'è una scena in cui Astaire canta e suona al pianoforte mentre la Rogers si lava i capelli. Provarono con diversi tipi di sapone e shampoo, persino con uova montate a neve, ma la finta schiuma continuava a colarle sul viso. Alla fine ebbe successo la panna montata! 

11 febbraio 2023                                     Marino Campanaro

Fai lo snob!!

Now, if you're blue (se sei triste)

And you don't know where to go (e non sai dove andare)

why don't you go where fashion sits  (perché non vai in un posto alla moda?)

PUTTIN' ON THE RITZ! (un modo per dire VESTI ELEGANTE)

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E' l'inizio di una celeberrima canzone che Irving Berlin scrisse nel 1930 per un film dall'omonimo titolo, dove descriveva il pavoneggiarsi dei neri che passeggiavano per la Lenox Avenue ad Harlem.

Nella versione definitiva del film BLUE SKIES del 1946, erano i bianchi che si pavoneggiavano nella Park Avenue. Fred Astaire in questo film rese famoso il pezzo per la coreografia in cui ballava con 9 specchi riflettenti la sua immagine: un trucco ottenuto filmando due versioni separate del numero, ripetendole poi quattro volte e intrecciandole.

Nel 1974 Gene Wilder e Peter Boyle ne fecero una divertente parodia in FRANKENSTEIN JUNIOR (notevole il mostro che urla puttin'on the ritz!).

Attraverso gli anni numerosi interpreti la suonarono cantarono e ballarono: Ella Fitzgerald, Judy Garland, Benny Goodman, The Swingle Swingers, Taco, Robbie Williams, l'International Symphony Orchestra e molti altri in tutto il mondo.

Curioso come nel film del 1936 SPREGIUDICATI il riluttante Clark Gable, che non sapeva né ballare né cantare, qui per la prima e unica volta lo ballò e cantò, facendo sfacciatamente il verso a se stesso!

19 gennaio 2023            Marino Campanaro

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da Frankenstein Junior Gene Wilder e Peter Boyle

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Che significa BOJANGLE?

Non c'è una traduzione per il soprannome di Bill Robinson. I critici si sbizzarrirono nell'interpretarlo: Spensierato? oppure Chiaccherone?

All'apice della sua carriera Bill disse che gli diedero questo nomignolo quando, bimbetto di sei anni, si esibiva nei giardini delle birrerie.

Nel film “Swing Time” del 1936, c'è un meraviglioso assolo di Fred Astaire truccato di nero (Bojangle of Harlem) che balla con tre ombre, un omaggio al suo maestro e a tutti i ballerini che si ispiravano a lui.

Due anni prima Bill era stato eletto ufficiosamente Sindaco di Harlem dove per tutti era Uncle Bo.

Lui ringraziò facendo il giro del quartiere ballando il Tap, con in tasca anche la stella onoraria di vice sceriffo della contea di New York.

Nel 1934 recitò e danzò nel primo dei suoi quattro film accanto a Shirley Temple. Furono la prima coppia cinematografica interrazziale, ma nel segregazionista Sud degli States, i fotogrammi in cui Shirley e Bojangle si tenevano per mano vennero eliminati.

Fu molto generoso, fece donazioni molto considerevoli a sostegno dei neri americani e non solo.

Il 25 maggio la GIORNATA NAZIONALE DEL TIP TAP è anche l'anniversario della sua nascita.

16 dicembre 2022

                                Marino Campanaro

MAGICHE SCARPETTE

Lo sapevate che le prime scarpe da tap con placche di metallo sulla  punta e sul tallone furono per la prima volta calzate nei primi anni venti? 

All'inizio erano zoccoli poi perfezionati in “split clog” con suola di legno spezzata in due parti. 

Il famosissimo ballerino Bill Robinson le usò per quasi tutta la sua vita, fino a 36 paia di scarpe all'anno. Questa costosa usura alla fine portò alla soluzione che diede anche il nome al genere: un pezzo di metallo avvitato alla suola e un genere che ancor oggi conosciamo come “TAP”. I colpi furono sempre più forti e i ragazzini che lo ballavano per le strade di New York, con un penny o con i tappi delle bibite attaccati alle suole, improvvisavano vere e proprie battaglie tra due o più contendenti. Divennero così un segno distintivo dello stile e un ottimo modo per coinvolgere il pubblico. 


Lo sapevate che il 25 maggio di ogni anno si celebra il National Tap Day?

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21 novembre 2022

                                          Marino Campanaro

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COME BALLARE IL TAP A 25 CENT

“Perché invidiare la facilità di ballare di Fred Astaire e tanti altri ballerini? TAP DANCE IN SOLE 6 ORE col nuovo semplice corso del prof. Wilson. Non necessita una speciale abilità o intelligenza. Tutti possono ballare il tap. L'intera città. Batti con i piedi una certa melodia. Amici e conoscenti amano farlo. Inoltre ballare il tap non solo è tonificante e divertente, ma è anche un esercizio salutare per rendere flessibili le articolazioni e dare una sensazione di elasticità e benessere a tutto il corpo. Rende snelli naturalmene senza pillole, farmaci o diete.”


Ecco come nei settimanali e quotidiani degli anni '30 si pubblicizzavano le scuole di tap dance.

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4 novembre 2022                                            Marino Campanaro

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GENE KELLY AVEVA LA FEBBRE?

Sì, quando al mattino si presentò negli studi della M.G.M. per registrare Singin' in the rain, la famosa sequenza di CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA, Kelly aveva un tremendo raffreddore e 40 di febbre.
La scena in cui il ballerino canta la canzone del titolo, balla, fa girare l'ombrello e sguazza nelle pozzanghere, era stata provata per settimane col regista Stanley Donen ed erano previsti tre giorni di lavorazione. Donen propose di eseguire un altro ballo ed eliminare la pioggia ma Kelly rifutò e la registrazione pare che sia stata fatta in una sola volta, grazie a telecamere posizionate in luoghi predeterminati.
La pioggia artifciale non era acqua, ma una soluzione salina leggermente mescolata a del latte, in modo che fosse catturata perfettamente dalla fotocamera. In realtà, l'effetto visivo è stato prodotto attraverso il controluce.
La sola scena della pioggia costò ben 600.000 dollari, un terzo dell'intero film.

23 ottobre 2022
                                                                            Marino Campanaro


Del suo primo provino cinematografico, un executive disse: " Perde i capelli, non sa cantare, balla modestamente". Gli offrirono un contratto di 3 settimane alla MGM per il finale di "Dancing Lady" con Joan Crawford. Astaire stesso, anni dopo, ammise di non essere un grande attore, però qualcuno commentò: "ha enormi orecchie e, nonostante la forma non esaltante del mento, ha un grande charme". Lo scritturarono per 9 films con Ginger Rogers alla RKO e fu l'inizio di una leggenda. Tuttavia, per contratto, dovette indossare un toupé in tutti i suoi films.
Si dice che nel 1946, dopo l'ultimo ciak del film "Blue skyes" con Bing Crosby, davanti ad attori e tecnici si tolse il parrucchino, lo scaraventò a terra e calpestandolo esclamò: "BASTA MI RITIRO, NON PORTERO' PIU' QUESTA PELLICCIA!" Mantenne la decisione per soli due anni.
1 ottobre 2022
                                                                             Marino Campanaro

FRED ASTAIRE AVEVA IL PARRUCCHINO?

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